Il rinvio al primo gennaio 2023 della sanzione che sarà applicata a chi rifiuta i pagamenti con bancomat e carte di credito, che era stata prevista invece dal primo gennaio di quest’anno, è commentata positivamente da Confcommercio Potenza .“Puntare solo sulle sanzioni non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti”, sottolinea Confcommercio ribadendo la contrarietà alle sanzioni e chiedendo “una riduzione generalizzata degli oneri economici legati all’accettazione dei pagamenti elettronici in modo da non penalizzare imprese e professionisti tenuti al rispetto degli obblighi normativi”.
“Siamo alle solite – sottolinea il vice presidente vicario Confcommercio Potenza, Angelo Lovallo – nel senso che si spaccia per lotta all’evasione quello che lotta all’evasione non è o, comunque, non è più. Sono ormai pochissimi gli esercizi persino nei piccoli comuni che non dispongono del Pos anche perché, in seguito alla pandemia, i consumatori hanno scelto di privilegiare i pagamenti elettronici. Nel giro di un paio di anni in provincia di Potenza siamo passati dal 60% di esercizi dotati di pos all’80%. Resta però in piedi un’altra questione : quello che non viene evidenziato è che il Pos al commerciante costa e, per assurdo, più l’azienda è piccola e più l’acquisto è di pochi euro e più il Pos, proporzionalmente, costa. E questa, decisamente più dell’ipotetica evasione, è la motivazione per cui qualcuno ancora non dispone del Pos. Da tempo, abbiamo proposto il “costo zero” che però non sembra sia argomento “digeribile” né dallo Stato e tantomeno dalle banche.
Siamo favorevoli a tutto ciò che può innescare un processo di modernizzazione del sistema dei pagamenti, perché va a vantaggio degli esercenti e dei clienti – chiarisce il dirigente Confcommercio – ma se l’obiettivo è far crescere l’utilizzo della moneta elettronica, allora rendiamola realmente conveniente dal punto di vista delle commissioni, dotando poi ogni angolo del Paese, anche quelli più marginali, di reti infrastrutturali capillari ed efficienti. Non sottovalutiamo il gap dei collegamenti in rete che vivono tanti nostri piccoli centri. E su questi fronti non tutti i passi sono stati compiuti. Ad esempio, è vero che Confcommercio ha ottenuto, dal 2020 in poi, un credito d’imposta sulle commissioni bancarie legate alle transizioni che va dal 30 al 100% a seconda del sistema di collegamento tra bancomat e registratore di cassa, ma è altrettanto vero – incalza il vice presidente – che ogni anno c’è la “spada di Damocle” del rinnovo di questa agevolazione da parte del Governo. O la rendiamo definitiva a carico della fiscalità generale, oppure dobbiamo agire sul sistema creditizio perché i costi siano abbattuti alla base, arrivando alle transazioni gratuite per i micro pagamenti.
E se poi, tra le priorità del Pnrr c’è anche la digitalizzazione del Paese, allora non si può pensare a sanzioni sul mancato utilizzo del Pos quando ancora ci sono aree dove la rete è poco funzionale se non inesistente. Già operare in zone marginali è complicato – conclude Lovallo – se poi aggiungiamo ai costi fissi di installazione dei sistemi di pagamento elettronico anche possibili sanzioni sull’utilizzo del Pos, c’è il rischio che più di qualcuno pensi che non ne vale la pena e decida di chiudere: sarebbe un grave danno per chi in quei territori vive e lavora, oltre che per l’economia di piccoli e grandi centri”.