A mente fredda, e senza troppi condizionamenti emotivi, possiamo finalmente analizzare il risultato elettorale del Capoluogo di regione.
La campagna elettorale per l’elezione del primo cittadino di Potenza, celebrata in due rounds (26 Maggio e 9 Giugno), è stata di certo la più combattuta ed esaltante da quando esiste il sistema a doppio turno.
Nel corso della prima fase, erano tre i candidati più accreditati, senza nulla togliere agli altri: Mario Guarente per il centrodestra, Valerio Tramutoli per il neo movimento civico e ambientalista “La Basilicata Possibile” e Bianca Andretta per il Centrosinistra.
La città veniva fuori da un’altra battaglia elettorale, quella delle regionali del 24 Marzo che avevano visto la vittoria del centrodestra, l’ecatombe del centrosinistra, la buona affermazione del M5S e l’exploit del Prof. Tramutoli, soprattutto nei seggi del centro-storico.
Il fermento in città è palpabile: Guarente sa di avere in mano l’occasione, fin dal primo turno, di poter regalare a Salvini il primo capoluogo del Sud a guida Lega.
Il centrosinistra prova a limitare i danni offrendo alla città un volto “pulito”, quello di Bianca Andretta: consigliere uscente della giunta De Luca, legata politicamente a Roberto Speranza di Articolo 1.
La vera novità di queste elezioni comunali è il Prof. Valerio Tramutoli.
Dopo la “sorpresa” delle regionali, una larga parte della città inizia a scommettere sulla possibilità di una nuova idea di rinnovamento della Politica e di riscoperta della partecipazione: più di duecento persone si ritrovano fin dal 31 Marzo per costituire gruppi di lavoro e forum programmatici.
Riunioni e momenti di condivisione che sembravano oramai un ricordo sbiadito di periodi molto lontani, tornano ad essere magicamente ingredienti centrali della scena politica.
Persone provenienti da mondi diversi, esperienze politiche apparentemente inconciliabili, trovano il modo di abbattere la barriera del rancore e di tornare, quasi per miracolo, a confrontarsi.
Le liste de “La Basilicata Possibile” e “Potenza Città Giardino” sono ricche di donne e uomini provenienti dall’associazionismo di sinistra, dal movimentismo sociale, dal mondo delle professioni, volontariato, scuola, università e tanto altro.
L’unico collante è lui: il Prof. timido dallo sguardo austero ma che sa scaldare i cuori delle folle.
Nel corso dei suoi comizi, il livello di emotività e catarsi è davvero altissimo, qualcosa di anacronistico, anticomunicativo ma autentico, e dunque, davvero efficace.
La Campagna del Primo Turno
La campagna elettorale del primo turno, parte con un centrodestra sicuro di conquistare bottino pieno, fin da subito.
Guarente capisce, d’altra parte, immediatamente la “pericolosità” di Tramutoli e prova a polarizzare lo scontro esclusivamente con il leader di “Basilicata Possibile.”
Il Prof., da par suo, continua la sua campagna elettorale senza curarsi degli attacchi: parla serenamente di futuro, innovazione, rivoluzione tecnologica e soprattutto di centri di aggregazione giovanile. La scelta di non candidare nessun amministratore o consigliere uscente, inoltre, rende credibile l’idea di novità, pulizia e rottura con il passato (temi che avvicineranno una larghissima fetta di elettorato del Movimento Cinque Stelle.)
Il centrosinistra non può fare altro che provare ad inserirsi nel dibattito, con molta difficoltà, provando a difendere le scelte di un’amministrazione uscente che ha dovuto pagare lo scotto del dissesto. Bianca Andretta riuscirà a “toccare palla” praticamente soltanto nell’ultima settimana, quando si apriranno i capitoli Bucaletto e contrade.
Il voto del 26 Maggio
Il voto del 26 Maggio vede la partecipazione di più del 70% dei Potentini, dato non scontato.
Fin dalle prime schede scrutinate è chiaro l’ordine di piazzamento: Guarente primo, Tramutoli secondo e Andretta terza.
Il centrodestra fallisce la vittoria al primo turno e il Prof. sfiora il 30% dei consensi, risultando addirittura primo in molte sezioni del centro storico: è l’inizio di una nuova storia.
Tramutoli, in un colpo solo, ha archiviato la classe dirigente di centrosinistra che ha amministrato la città e la Regione negli ultimi trent’anni, e si è accreditato come unica alternativa alla Lega e alla Destra.
Un esperimento quasi incomprensibile, per come si è sviluppato, che ha acceso i riflettori sul capoluogo lucano.
Il dato veramente incredibile è che, nello stesso giorno in cui, alle elezioni europee, Salvini sfiorava il 35%, a Potenza, la Lega terminava seconda dietro a “La Basilicata Possibile”, primo partito in città.
Un risultato praticamente lunare che ha riacceso l’entusiasmo e la partecipazione di un popolo oramai rassegnato al disimpegno.
I flussi elettorali dimostreranno che il voto a Tramutoli non è prettamente “Di Sinistra” bensì proveniente in massima parte dagli elettori di M5S e addirittura da qualche ambiente di destra.
Una composizione sociale e politica del voto trasversale, che tiene conto soprattutto del profilo personale del Prof.
Il Risveglio Amaro del Ballottaggio
Oramai la città pareva aver scelto, l’entusiasmo nello staff del prof. era palpabile, sembrava proprio che il “miracolo” fosse oramai alla portata.
Il centrodestra in difficoltà e a corto di argomenti, comincia a considerare l’ipotesi della “capitolazione”.
Nei primi giorni successivi al voto del 26 Maggio, la città percepisce il netto vantaggio del docente Unibas sul diretto avversario.
Poi, improvvisamente, l’aria sembra cambiare: alcuni leader del centrosinistra sconfitto al primo turno iniziano a dichiarare che voteranno Tramutoli “Contro la Destra” o “Per fermare la Lega”.
Personaggi politici oramai invisi alla maggioranza dei cittadini che vogliono insinuare il dubbio di un “appattamento sotterraneo” con le liste del Prof.
Il centrodestra riprende vigore, costruisce l’ultima settimana di campagna elettorale su questo tema: “Il prof è la vecchia Politica, l’unica vera novità siamo noi.”
Iniziano le polemiche social, i tranelli, le trappole, la campagna diventa sempre meno incentrata sui temi della città e sempre più condita da polemiche ideologiche o nazionali.
Lo schema del primo turno si ribalta : Guarente ora sembra il nuovo e Tramutoli il “vecchio”.
Tutto questo produce la diffidenza di una parte (consistente) di elettorato che aveva scelto il professore al primo turno, ma che ora ha il dubbio che dietro di lui ci siano sempre “i soliti”.
Lo scontro si radicalizza, lo scrutinio di Domenica notte è qualcosa di mai visto: Tramutoli avanti per i 2/3 dello spoglio, agganciato e superato da Guarente man mano che arrivavano i dati delle sezioni periferiche e delle contrade.
Alle due notte circa, il verdetto è servito: anche a Potenza vince la Lega e soprattutto si materializza di nuovo, per l’ennesima volta, lo spettro di una sinistra che “tiene” nei quartieri ricchi e borghesi della città ma che sprofonda nelle aree popolari dove un tempo dominava.
Ma allora cos’è stata questa campagna elettorale?
Cos’è stata l’esperienza de “La Basilicata Possibile”?
Non è facile rispondere, di certo si può dire che Valerio Tramutoli e la sua squadra hanno saputo riaccendere una speranza di cambiamento che pareva ormai del tutto sopita.
Forse è mancato un po’ di coraggio, forse le scorie di una sinistra autoreferenziale, arrogante e respingente ancora non sono state del tutto rimosse. Ad ogni modo, la sfida del Professore sarà quella del futuro, un futuro in cui i cittadini vorrano capire che ne sarà di tutta questa energia messa in moto in questi mesi…
Sarà la solita riedizione del tatticismo politico dei gruppi dirigenti del centrosinistra?
Sarà l’irrilevanza politica dei gruppuscoli della sinistra radicale?
Oppure sarà davvero una nave in grado di navigare in “mare aperto” senza paura di accettare differenze e di abbattere steccati ideologici?
Questo è il quesito da porsi, con coraggio, oggi.
La risposta del tempo darà il senso e la dimensione dell’esperimento politico in corso: o si tratterà dell’ennesima speranza tradita, oppure da Potenza e dalla Basilicata ripartirà la storia del nostro paese.