Non so se il nuovo annuncio dell’ad Eni Descalzi sul progetto di un polo biopetrolchimico da realizzare in Val d’Agri (vedi qui), come ha spiegato lui stesso, per compensare il fatto che l’attività Eni “non riesce a far esplodere occupazione“, sia per la comunità valligiana l’attesa sorpresa dell’uovo di Pasqua. E’ comunque una gradita sorpresa anche se prima di una valutazione completa è indispensabile conoscere i dettagli del progetto, il numero di posti di lavoro generati, la localizzazione, i tempi di realizzazione, il progetto industriale, ecc.
Soprattutto bisogna sgombrare il campo dall’esperienza negativa dei progetti di “chimica verde” che hanno visto in pochi anni chiudere stabilimenti dell’Eni. Di certo Descalzi raccoglie un’indicazione molto diffusa: far crescere attività produttive intorno al Cova con un distretto industriale vero e proprio. E’ il caso di ricordare che i Distretti industriali, sia pure non tutti in verità, stanno vivendo nel Paese una nuova fase di rilancio: il 27,5% delle aziende presente nei Distretti prevede un aumento del fatturato, il 25,8% un aumento della produzione, il 18,8% un aumento della redditività; più della metà delle aziende prevede una stabilità in quasi tutti i parametri considerati. Ancora: i distretti che hanno l’impatto migliore rispetto agli effetti della crisi sono quelli ad alta tecnologia, innovazione e con attività della filiera energetica. Dunque una conferma a riprendere l’impegno a favore del Distretto energetico lucano che continua a rappresentare uno dei grandi investimenti che la Regione, già da anni, attraverso l’approvazione del Piano energetico e ambientale, intende realizzare.
L’obiettivo è realizzare in Basilicata una rete di ricerca e trasferimento tecnologico in materia di energia per promuovere lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica ed alta formazione; stimolare all’insediamento nell’area di imprese che progettano e innovano; consentire di realizzare, con il supporto della Sel (Società Energetica Lucana), impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta di dare gambe al percorso individuato di una industrializzazione sostenibile per un territorio che già oggi contribuisce in maniera significativa al fabbisogno energetico nazionale. Il progetto va finalizzato alla messa in rete tutti gli elementi riferiti alla produzione energetica, e quindi non solo derivante dal petrolio e dal gas, ma anche all’eolico, al solare, all’idro-elettrico, all’agroenergia, e con essi a promuovere tra l’altro la ricerca, l’innovazione, la formazione e l’insediamento di imprese specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica.
Ben venga perciò il polo biopetrolchimico che fa guardare la comunità valligiana “oltre il petrolio” e il suo possibile sfruttamento negli anni evitando che in futuro resti solo la presenza ingombrante di quello che “è stato” il Cova.
Vittorio Prinzi, Associazione Bene Comune Viggiano
Grazie a voi se ci troviamo a queste condizioni