Michele Montone, consigliere comunale del Comune di Viggiano, per la battaglia contro il depotenziamento dell’Ospedale civile di Villa d’agri, su consiglio del Dottor Mele, ha deciso di sospendere lo sciopero della fame e della sete per ipertensione arteriosa derivante da disidratazione. Montone si dice pronto a rifarlo per risolvere la questione del punto nascite dell’ospedale di Villa d’Agri. Nel primo pomeriggio di oggi, anche il consigliere regionale Piero Lacorazza ha voluto incontrare il consigliere Montone per invitarlo a sospendere lo sciopero della fame e chiedergli i motivi del suo gesto.
Michele Montone, ha fatto sapere alla nostra redazione, che ha chiesto chiarimenti al consigliere Lacorazza, riguardo il nuovo ampliamento dell’ospedale dove è mancata una vera e propria programmazione. “I fondi utilizzati per la sua realizzazione sono stati solo una piccola parte delle royalty, mentre il resto sono fondi FAS oggi FSC (fondi per lo sviluppo e la coesione) già il nome è un ossimoro: si usano fondi per lo sviluppo dunque per sviluppare aree depresse o in crisi, per dotarle di opere infrastrutturali e poi tenerle chiuse. Il resto dei fondi POIS ovvero fondi per l’inclusione sociale.”
“Ma veramente ci prendono in giro? Quale inclusione sociale può avere una persona che non può partorire a Villa d’Agri ma si è vista realizzare un nuovo nosocomio?” Continua ancora il consigliere Montone.
“Per ovviare alla odierna crisi del reparto di ginecologia, dove un solo medico insieme a sue ostetriche in maniera quasi eroica portano avanti il reparto, il Consigliere Lacorazza ha preso un impegno per dare maggiore autonomia organizzativa al reparto di Villa d’Agri con la creazione di una struttura semplice interdipartimentale ovvero: una struttura a cui afferiscono tutte le discipline chirurgiche aziendali per le attività di chirurgia di un giorno. Quindi il medico che può restare a Villa d’Agri può chiedere risorse (economiche e umane)”.
Infine conclude Montone – “Chiederemo che la mancata programmazione tramutatasi nella realizzazione di una nuova struttura, opera finanziata con fondi per la coesione sociale e lo sviluppo, si tramuti in danno erariale. Chiederemo ancora, come fatto per altri plessi ospedalieri, la deroga al numero delle 500 nascite / anno al Ministero essendo la Val d’Agri area montana distante dai grandi centri ospedalieri e proponiamo che una quota parte delle royalty venga utilizzata per assumere personale medico nelle aree montane depresse.”
Vincenzo Scarano