“Sul petrolio la Regione è in fase di stallo”. È quanto sostiene il segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Francesco Carella, che lamenta il mancato coinvolgimento dei sindacati ai tavoli negoziali con le compagnie petrolifere. “In particolare su Tempa Rossa è stato dilapidato un lavoro faticoso di mesi che – secondo Carella – andava completato con le opportune integrazioni. Per l’attuale governo regionale, invece, il sindacato quasi non esiste, viene sistematicamente escluso dalle varie trattative, col risultato che siamo in una situazione di impasse e si corre anche il rischio di creare una frattura tra i tre Comuni principalmente interessati a Tempa Rossa e il resto della regione. Per scongiurare una tale prospettiva – continua Carella – è necessario convocare un tavolo congiunto con le organizzazioni sindacali confederali e di categoria per un confronto costruttivo nell’interesse dei lucani. Insieme bisogna costruire un progetto industriale per la crescita dell’intera regione senza commettere gli errori fatti in Val d’Agri con Eni. Occorre creare delle linee guida sulla sicurezza, sulle relazioni con le comunità, sui perimetri contrattuali da rispettare nelle aziende dell’indotto che devono essere prioritariamente quelli dell’azienda madre con l’obiettivo di evitare i fenomeni di dumping contrattuale che si sono verificati in Val d’Agri. Bisogna puntare sulla crescita del tessuto industriale e dell’occupazione con la localizzazione di aziende solide che un colosso come Total può condizionare ad investire in Basilicata, in particolare in settori ad elevata tecnologia e di prospettiva come le energie rinnovabili e la chimica verde. Il diritto al lavoro è un diritto di tutti, non solo di chi è residente nei tre principali Comuni. Diversamente al sindacato non resterà altro che invitare il popolo lucano e tutti i disoccupati della regione a scendere in piazza per rivendicare quello che la costituzione italiana pone a fondamento della Repubblica: il lavoro”.
Sul tema del petrolio sta accadendo quanto avevamo previsto: senza concertazione la politica annaspa. Ora subito un tavolo con le parti sociali per fare fronte comune nei confronti delle compagnie petrolifere e pretendere investimenti e lavoro”. Così il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Giuseppe Amatulli, che bolla come “surreale il dibattito politico sul rinnovo della concessione Eni. Con il rimpallo delle responsabilità tra vecchia e nuova giunta – commenta Amatulli – non si va da nessuna parte e soprattutto non si fanno gli interessi del popolo lucano. In tempi non sospetti abbiamo evidenziato a più riprese i limiti di una gestione priva di una visione strategica di lungo periodo. Abbiamo criticato aspramente il modo in cui sono state impiegate le royalties e l’eccessiva timidezza che la politica locale ha tenuto nei confronti delle compagnie. Abbiamo anche invocato insieme a Cgil e Uil con interventi e documenti un cambio di marcia per fare della risorsa petrolifera una leva per attivare nuovi investimenti produttivi e posti di lavoro in settori collaterali. Di questo lavoro di elaborazione e proposta abbiamo lasciato ampie tracce. Ora è il momento di essere uniti perché divisi si perde. Per questo sollecitiamo ancora una volta il governo regionale a riaprire il tavolo del confronto con le forze sociali uscendo dalla logica dell’autosufficienza e dell’autoreferenzialità della politica. Nel ‘Manifesto per il lavoro e la Basilicata 2030’ che Cgil Cisl Uil hanno lanciato lo scorso 18 ottobre in un bagno di folla senza precedenti nella storia recente del movimento sindacale lucano – continua il segretario aggiunto della Cisl – abbiamo posto come priorità proprio la questione energetica con la richiesta rispetto agli accordi ventennali in scadenza tra Stato, Regione ed Eni di andare al di là delle autorizzazioni e di ragionare in termini di distretto energetico, anche attraverso la razionalizzazione delle royalties. Dunque, si mettano da parte le polemiche – conclude Amatulli – e si lavori insieme nell’interesse dei lucani”.