Sono “ampiamente insufficienti rispetto al quadro nazionale” i servizi educativi per la prima infanzia in Basilicata. E’ quanto emerge dai dati del rapporto del Coordinamento donne della Cgil Basilicata, realizzato dal centro studi Ires Cgil, che è stato presentato nel corso della giornata di ieri a Potenza, dalle segretarie regionali, Anna Russelli e Giuliana Scarano, e dal direttore Ires Basilicata, Riccardo Achilli.
Per quanto riguarda nidi, micronidi, servizi integrativi, sezioni primavera, in Basilicata si registra un 24,4 per cento del totale dei Comuni, con un indice di presa in carico pari all’8,9 per cento, a fronte dei dati nazionali che sono rispettivamente pari al 59,6 e al 15,2 per cento.
I posti coperti da servizi a titolarità pubblica costituiscono il 51% del totale, a fronte del 49% nazionale. Il ruolo propulsivo del soggetto pubblico è quindi fondamentale rispetto ad una relativa carenza di offerta privata, ma la spesa pubblica media per utente destinata a nidi e sezione primavera è pari a soli 3.755 euro, a fronte dei 9.952 a livello nazionale e degli 8.607 del Sud. La Basilicata è anche una fra le poche regioni a non erogare nessun contributo diretto alle famiglie, nemmeno sotto forma di voucher. Tale intervento vale, a livello nazionale, circa 2.000 euro ad utente (addirittura 3.558 euro per utente nelle regioni del Sud). Secondo Istat, la Basilicata è quartultima regione italiana per spesa comunale pro capite e per valore del contributo dell’Inps.