Ci sono delle immagini iconiche di questa estate 2021 che difficilmente dimenticheremo.
L’estate della “Ripartenza” (ce lo auguriamo fortemente) che ha incollato decine di milioni di italiani davanti al televisore e nelle piazze.
L’estate in cui, improvvisamente, dopo un anno e mezzo di buio pesto, di silenzio, coprifuoco, restrizioni e immagini tetre delle terapie intensive dei nostri ospedali, siamo tornati a cantare e ad abbracciarci grazie alle “Notti Magiche” che ci stanno regalando gli azzurri di Roberto Mancini.
Al di là del risultato sportivo (vedremo cosa accadrà nell’atto finale di Domenica), questa Nazionale ha incarnato ed incarna a pieno, forse come mai prima nella Storia, il desiderio di ripartire, di ritrovarsi, di poter condividere finalmente di nuovo insieme gioie, dolori e sofferenze in barba ad un virus che ci costringeva (ed in parte ci costringe ancora) a soffrire soli, a rifuggire il contatto umano, a reprimere l’empatia.
Un’estate in cui stiamo provando a squarciare il buio ed il silenzio dei mesi che abbiamo alle spalle con il “Rumore” (citazione anche questa non casuale, dopo il grave lutto che ha colpito tutto il Paese in seguito alla scomparsa di Raffella Carrà) vibrante delle emozioni e della gioia.
Molti diranno che non può essere una manifestazione sportiva o una squadra di calcio a far dimenticare l’emergenza sanitaria o il dramma sociale che stiamo vivendo. Questo è insindacabilmente vero, ma lo è altrettanto il fatto che abbiamo iniziato a riscoprire il sapore della condivisione, della catarsi collettiva. Per questo, comunque vada a finire, dobbiamo ringraziare il gruppo di Roberto Mancini.
Perché i sogni, specialmente quando sono collettivi ed uniscono il Paese, aiutano a vivere meglio.