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Salvatore Sava in mostra a Milano.”Echi di Natura in giallo fluo”

di Michela Castelluccio

Milano. Si inaugura il 17 ottobre, ore 18.30, alla Galleria San Carlo, in via Sant’Agnese, per poi proseguire sino al 16 novembre, «ECHI DI NATURA IN GIALLO FLUO», la folgorante e naturalistica mostra milanese di Salvatore Sava, tra gli scultori italiani più legati al territorio di Basilicata. A creare l’esposizione delle sculture più recenti dell’artista leccese è il collegamento diretto al fil rouge di portata attualissima, l’ecologia, ma che si muove tra contingenza etica e fine estetico. Eccovi l’ambiente degli alberi, quello degli insetti e dei fiori; eccovi l’ambiente dei nidi e dei cespugli: unico collante è il giallo-fluo, ossia fenomenologia dell’anomalo, come devianza nel senso di alterazione degli equilibri naturali, o nel significato d’uso che ne dà Cennini, “artificiato”. Una natura avvelenata è scolpita in pietra leccese dal Sava e l’immaginazione viene ora colpita, ora affascinata da quell’ordine di forme e parti di tonalità di giallo accesissime, lo stesso colore che fu oggetto di attenzione della prestigiosissima Acadèmie Royale des Sciences de Paris, dalla quale ne derivarono i nomi dei pigmenti gialli più noti*. Il giallo fluo è di Salvatore Sava e certo potremmo ascriverlo nella lista succitata, ed è il metalinguaggio che egli usa nella scultura per sottolineare le emergenze della  terra, insieme all’inevitabile trasformazione di un paesaggio naturale e umano. Rosella Ghezzi, che ha curato la mostra del Sava, ha efficacemente sostenuto nella prefazione alla mostra milanese quanto nell’intera esposizione, così come nell’opera tutta, occupi un posto centrale la terra leccese, antica e meravigliosa, “dove la forza della natura è segnata dai contrasti di colori intensi: il bianco della pietra, il rosso e l’ocra del terreno, l’argento degli ulivi, i blu del cielo e del mare. E dagli elementi primari: il sole, il vento, la luce, la roccia, la vegetazione”. Potremmo pensare, a questo punto, che proprio il colore prediletto dall’artista, oltre a descrivere con grande forza e originalità le emergenze ambientali mostrandone le ferite, possa ricollegarsi alla funzione che del giallo ne dà Kandinskij, nel suo scritto Lo spirituale nell’arte: paragonato ad un suono, esso diviene assimilabile ad uno squillo di tromba, dunque portatore di luce e di coscienza. 

*(Giallo di bario, giallo di cadmio, giallo di cobalto, giallo di cromo, giallo di Marte, giallo di Napoli, giallo di piombo-stagno, giallo di smalto, giallo di spincervino, giallo di stronzio, giallo di titanio, giallo di zinco, giallo indiano, giallo minerale, gomma gutta, lacca gialla, litargirio, massicot, ocra gialla, oro, oro musivo. orpimento, terra di Siena naturale, terra d’ombra naturale, zafferano).   

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