Salute

San Carlo di Potenza, studio sulla gravidanza nelle pazienti oncologiche dopo chemio e radioterapia

“Il centro di Procreazione medicalmente assistita dell’Azienda ospedaliera regionale ‘San Carlo’ di Potenza, conferma la leadership negli studi di metabolomica e trascrittomica sui fluidi follicolari delle pazienti oncologiche candidate alla preservazione della fertilità, una strategia medica ormai consolidata presso il team della nostra ‘Pma’ che consente di  mantenere inalterata la capacità riproduttiva al termine delle cure per il cancro”. Lo annuncia con orgoglio il direttore generale dell’Aor San Carlo Giuseppe Spera che, congratulandosi con il direttore del dipartimento Materno infantile, dottor Sergio Schettini e con il team dei medici e dei biologi della Procreazione medicalmente assistita, afferma che “quanto emerso con lo studio rafforza la scelta compiuta dalla direzione strategica di voler promuovere ed investire con convinzione in studio e ricerca quale unica strada percorribile per innalzare la qualità delle strutture ospedaliere e l’offerta sanitaria messa a disposizione delle comunità. Il cancro al seno è una delle patologie per le quali è indicata la preservazione della fertilità, procedura che pone il ‘San Carlo’ in un circuito virtuoso e che, applicata in oncologia, dà l’opportunità alle donne sopravvissute al cancro di mantenere la salute riproduttiva e avere figli dopo il trattamento oncologico. Una straordinaria conquista della medicina anche nel campo più ampio dei diritti della persona, della quale il mondo ospedaliero lucano deve andare fiero e sostenere con ogni forza il suo continuo sviluppo. Un riconoscimento -ha concluso il direttore Spera- giunga anche al Comitato etico unico regionale per la Basilicata che da poco ha nominato le nuove cariche di vertice e che ha approvato questo studio”.

La crioconservazione degli ovociti alla quale sono state sottoposte le donne arruolate nello studio  non solo ha permesso di preservare il loro potenziale riproduttivo, ma anche di dimostrare che esiste un metabolismo ovocitario neoplasia dipendente che consente di personalizzare i tentativi di fecondazione assistita di queste pazienti.

“Esprimo soddisfazione per il compimento di uno studio di tale importanza nella nostra realtà regionale – ha dichiarato l’assessore alla Salute e Politiche della Persona della Regione Basilicata, Francesco Fanelli- Si tratta di una ulteriore conferma della capacità innovativa, propria della Aor San Carlo di Potenza, nell’approcciare a tematiche complesse, attuali e delicate grazie al lavoro di gruppi multidisciplinari e alla continua tensione al miglioramento attraverso lo studio e la ricerca. Lo studio condotto e le conseguenti pratiche cliniche, consentiranno di affrontare quelle condizioni secondarie alla comparsa di infertilità post-trattamenti chemioterapici e del disagio psico-sociale ad esso legato. Questo significa offrire una prospettiva e dare una speranza a tutte le donne che combattono contro patologie oncologiche e che avrebbero anche il desiderio, in futuro, di poter diventare madri. È fondamentale in quest’ottica -ha concluso l’assessore Fanelli- l’integrazione delle strategie nella pratica clinica per migliorare la qualità della vita dei pazienti nel processo terapeutico volto non solo alla guarigione, ma anche al mantenimento dei loro obiettivi futuri, compresi quelli di una pianificazione familiare; a ciò si aggiunge la possibilità di ampliare dunque l’offerta sanitaria lucana con servizi all’avanguardia che rappresentano un fattore di attrazione nei confronti delle regioni limitrofe che possono trovare in Basilicata un centro di riferimento di alta specializzazione”.

“E’ un privilegio essere il promotore di questo straordinario studio -commenta il dottor Sergio Schettini- condotto in collaborazione con eccellenti professionisti del dipartimento di Scienze dell’Università degli studi della Basilicata quali la Professoressa Castiglione Morelli e la Professoressa Angela Ostuni, con la quale condividiamo da anni numerosi e fruttuosi progetti di ricerca, e ideato e coordinato dalla dottoressa Assunta Iuliano del centro di ‘Pma’ dell’ospedale ‘San Carlo’ di Potenza. Occorre sottolineare che  l’approccio metabolomico dello studio – conclude Schettini- basato su una tecnica strumentale che consente di ottenere informazioni dettagliate sulla struttura delle molecole, in combinazione con la misurazione dei marcatori proteici dello stress ossidativo e della risposta infiammatoria della malattia, potrebbe fornire informazioni utili per valutare l’impatto della patologia tumorale sulla qualità degli ovociti crioconservati prima della terapia e aumentare la possibilità di portare a termine una successiva gravidanza”.

“Immensamente orgogliosa di aver realizzato in una struttura pubblica un trial clinico che rappresenta la pietra miliare nel definire il metabolismo cellulare ovocitario nelle pazienti affette da neoplasia -dichiara la dottoressa Iuliano- e che getta le basi per una terapia personalizzata nelle donne affette da tumore che desiderano preservare la propria fertilità prima di intraprendere la chemio e la radioterapia. Un ringraziamento particolare a tutte le pazienti che hanno aderito a questo studio e che hanno dato un contributo importante alla nostra ricerca”.

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