Abbiamo atteso per settimane l’arrivo di questa benedetta “Fase II” che doveva rappresentare, per bocca delle Istituzioni, l’inizio di un percorso di ripartenza e di riavvio della Vita per ognuno di noi.
Questo è quello che il governo e le Istituzioni territoriali c’hanno comunicato per tutto il mese di Aprile.
Ebbene questo momento si avvicina, la data del 4 Maggio è oramai prossima ma, a quanto pare, questo regime di limitazione pressochè totale delle libertà e dei diritti si protrarrà almeno per un altro mese (O giù di lì.)
Premetto che io sono un sostenitore di questo governo: credo che abbia fatto il possibile per proteggere la nostra salute e quella dei nostri cari.
Senza polemica nei confronti dell’esecutivo, vorrei però far notare che questa fase a cui stiamo per approcciare non può essere quella dell’ “Io Resto A Casa Bis”.
Se deve essere “Convivenza con il Virus” sia vera convivenza ma non la prosecuzione di un lockdown totale che non è più sostenibile.
Ancora una volta, si utilizza un approccio Ultraliberista anche per la pianificazione del futuro: si sente parlare soltanto di “Consentire agli Italiani di andare a lavorare” o “Le imprese e il capitale.”
Purtroppo devo constatare che il Virus non c’ha insegnato nulla.
Apriamo le fabbriche delle grandi multinazionali, senza controllare peraltro l’effettiva presenza di tutti i meccanismi previsti dalle nuove regole di protezione individuale e di distanziamento, e non consentiamo ancora ad un individuo di poter andare a pescare (in solitaria) in riva al fiume Agri.
Qual è il criterio di queste decisioni?
Ora dobbiamo iniziare a chiedercelo, perchè restiamo pur sempre una Democrazia Parlamentare.
E vi dico la verità, questo potere discrezionale così forte in mano alle forze dell’Ordine inizia a spaventarmi moltissimo.
Sento parlare di multe per gente che ha osato allontanarsi per più di duecento metri da casa, magari in aree dell’Italia spopolate in cui non si registrano assembramenti di persone almeno dal 1970.
Al sessantesimo giorno di isolamento domiciliare, sinceramente sono anche un pò stanco di sentire che “Restiamo ancora a casa perchè gli altri hanno violato le regole.”
Quello che vedo io è che, la stragrande maggioranza degli Italiani, fin dall’inizio di questa Pandemia, ha rispettato l’estrema severità del regime anticontagio.
Però sentire corbellerie di questo genere dopo due mesi di sospensione della vita risulta davvero abnorme.
Per farla breve, il tema che abbiamo davanti è molto semplice: sarà anche il tempo della scienza ma il primato resta della Politica.
So che non è così, ma la sola prospettiva di trovarmi di fatto in una situazione in cui l’esecutivo possa essere guidato dal trio “Brusaferro, Colao e Rezza” mi fa rabbrividire.
Il governo abbia dunque il coraggio di provare a programmare una ripartenza che non sia soltanto “Economica e Produttiva” ma che tenga finalmente conto della pesantissima condizione psicologica a cui tutti noi siamo sottoposti.
Beninteso, non si chiede il “Libera Tutti”, sarebbe da imbecilli ed irresponsabili, però si chiede che qualcuno inizi a porre delle questioni per il futuro che vadano oltre il bollettino quotidiano della protezione Civile. I tempi sono maturi per progettare l’avvenire, sperando che non sia un avvenire perfino più ingiusto e oscuro del periodo pre-pandemia.
Si inizi a parlare dei Precari, dei disabili, della condizione dei bambini, dei lavoratori stagionali del settore Turistico e dei cosiddetti “Non essenziali”, di quelli che restano in mezzo al guado. La “Santificazione dello Smart Working” non può essere una soluzione seria per tutte queste categorie.
Si capisca poi, una volta per tutte, che la Vita non è soltanto lavoro e produzione, la Vita è libertà di potersi riappropriare a poco a poco delle proprie abitudini senza rischiare di essere arrestati.
Su questo terreno servono risposte e soluzioni, non si può più rimandare al “Comitato tecnico-scientifico” perchè il comitato terrà conto unicamente della situazione della Curva Epidemiologica (quello è il suo mestiere).
Dal momento che la situazione sul territorio nazionale è molto variegata, si promuova un confronto serrato con le regioni e le autorità locali per verificare ATTENTAMENTE se in alcune zone del Paese si potranno almeno allentare, nel rispetto del protocollo di sicurezza (Dpi e distanziamento), alcune misure che obiettivamente oggi paiono davvero sproporzionate.
Ad esempio, qui in Basilicata, qualcuno si assuma la responsabilità di programmare la Fase II in maniera seria invece di mandare in onda il solito film del “Copia- Incolla” dei decreti governativi.
Il governo regionale ci faccia sapere quali misure intende adottare dal 4 Maggio in poi, possibilmente abbandonando le ordinanze “Sceriffo” o la “Spesa in ordine Alfabetico” e rendendo conto in maniera trasparente ai cittadini delle sue scelte.
E’ giusto che il governo dia un indirizzo generale, ma dal momento che la mobilità extraregionale è (giustamente) ancora bloccata, le singole realtà territoriali hanno il dovere di intervenire, ove possibile, per offrire un minimo di respiro a gente oramai stremata.
Mi auguro che sia definitivamente concluso il periodo dei protagonismi, delle dirette fiume a mezzo busto o delle incursioni in settori che non sono di competenza. In questo mese ci giochiamo tutto, il filo della tensione sociale è molto sottile.
La Politica tenga conto di questo, è il momento della Responsabilità e dell’impostazione del Futuro.