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Sarà l’anno delle Comunità energetiche rinnovabili in Basilicata

Il 2024 si prospetta come l’anno di svolta per il mercato energetico italiano. Sarà infatti l’anno della fine del mercato tutelato dell’energia e anche quello in cui arriverà un quadro normativo definito per lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili. Per questo l’Avviso della Regione Basilicata che prevede contributi per sostenere i Comuni nella costituzione di Comunità di Energia Rinnovabile (CER) con una disponibilità complessiva di 1,3 milioni di euro è un’opportunità da cogliere e utilizzare al meglio. Così l’ing. Alfredo Carmine Cestari, presidente del gruppo che con base operativa in Basilicata e per il Sud a Moliterno, attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, opera nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia, impegnato a promuovere le Cer soprattutto al Sud. È atteso entro le prime settimane del nuovo anno, il parere della Corte dei Conti sul “decreto Cer” (Comunità Energetiche Rinnovabili), firmato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, lo scorso 6 dicembre. Il decreto italiano è incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027. È inoltre previsto per le Comunità realizzate nei Comuni sotto i 5.000 abitanti un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Nel ricordare che il Pnrr prevede incentivi a fondo perduto del 40% per la realizzazione degli impianti, Cestari aggiunge che lo sviluppo delle Cer è un’occasione unica per trasformare i piccoli borghi in «oasi» in grado di produrre energia rinnovabile e pulita.  Spetta dunque in primo luogo agli amministratori regionali e locali fare la propria parte. Da parte del Gruppo c’è il massimo sforzo attraverso incontri istituzionali, soprattutto nelle regioni del Sud, coinvolgendo Comuni e cittadini, proprio per realizzare il più alto numero di comunità energetiche rinnovabili. Adesso ci sono nuove possibilità di creare le comunità energetiche, partendo dalla progettazione degli impianti seguendo tutte le fasi. Soprattutto il Sud – dice Cestari – è ricchissimo di comuni e borghi, spesso distanti dai grandi nuclei urbani e dalle grandi centrali. Il peso di rinnovabili del Sud – dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del Paese – vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie. La transizione ecologica ed energetica – continua la nota –  passa attraverso i piccoli comuni, senza tralasciare l’effetto occupazione diretta ed indotta: sono già alcune decine di migliaia gli occupati nel settore. Le Comunità energetiche rinnovabili  sono la chiave di volta per la transizione energetica del tessuto imprenditoriale italiano e per il risparmio energetico delle famiglie. Le Cer hanno poi un altro grande vantaggio: consentono di produrre e consumare energia sul posto (dove viene prodotta), riducendo il peso sulla rete elettrica nazionale. Opportunità significative anche per la  Basilicata macro-fornitrice di petrolio e gas.

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