L’arte è un mestiere, non un idea astratta. Una attitudine che per alimentarsi deve confrontarsi quotidianamente con la concretezza. Con la realtà. Fatta di sacrifici, impegno, costanza». Pianeti che ruotano attorno alla stella più luminosa: la passione. Ne è convinto Domenico Latronico, scenografo cinematografico che presta la sua opera professionale anche nei teatri del circuito Off dedicati alla sperimentazione.
Il vulcanico e creativo trentaseienne vive ormai da diversi anni a Roma e si sta specializzando in pittura di scena. I suoi genitori, Pino Latronico e Loredana Gigliotti, sono stimati e affermati pittori. È grazie a loro che si innamora dellarte e della cultura da giovanissimo. Un amore profondo e totalizzante, cresciuto fino a spiccare il volo. «Si può dire che io abbia respirato da sempre laria del palcoscenico. Proprio per questa ragione, durante gli anni del liceo artistico al Sabatini di Salerno, ho deciso di seguire dei corsi di teatro sperimentale. Ne custodisco un ricordo prezioso perché ho avuto dei docenti bravissimi». Nel 2004 lincontro decisivo con la scenografa Paola Bizzarri: «Mi ha fatto scoprire la magia di questo lavoro. Collaboriamo ormai da dieci anni, il nostro è un rapporto che si rinnova costantemente». Tra le sue esperienze professionali più significative cè la pellicola «Habemus Papam» di Nanni Moretti, per la quale ha lavorato come assistente scenografo: «Una esperienza indimenticabile e altamente formativa. Abbiamo ricostruito a Cinecittà parte della facciata della Basilica di San Pietro e della Cappella Sistina partendo da legno, ferro e secchi di colore. Un lavoro intenso ed estenuante che mi ha arricchito anche sul piano umano».
Latronico ha un curriculum di primo livello. Il suo talento è stato al servizio del film «Io, Don Giovanni» del regista spagnolo candidato allOscar Carlos Saura, della pellicola «Mia madre» dello stesso Nanni Moretti e di «Giorni e Nuvole», a firma di Silvio Soldini. Attualmente sta lavorando alla realizzazione di pitture animate per la performance «Countdown» della compagnia romana PolisPapin, che sarà presentata al festival Linea DOmbra di Salerno il 7 novembre. «Larte e la realtà -chiosa non sono corpi separati. Si appartengono, si completano e si sublimano».
FONTE: Il Mattino (Salerno) – Viviana Navarra