Tra le innumerevoli capacità ormai certificate del Gruppo Lucano, organizzazione di protezione civile che rappresenta almeno in Italia meridionale un modello di efficienza e di dimensioni, vi è anche quella nel settore del soccorso, non classico, ma destinato agli interventi in ambienti ostili.
La storia quasi trentennale di questa struttura operativa che rappresenta il fiore all’occhiello della Dipartimento Nazionale, le ha consentito di maturare un progetto integrato che spazia dall’emergenza delle catastrofi, fronteggiata con la colonna mobile “pesante” forte di oltre 100 autoveicoli ed attrezzature campali capaci di realizzare e gestire campi come è accaduto durante l’emergenza del terremoto in Abruzzo, dell’Emilia, del Nepal, dell’ Umbria, Lazio e Marche, all’antincendio che si avvale di quasi 1700 volontari e 100 automezzi dedicati; ed oggi al settore di soccorso con la sua sotto struttura operativa rappresentata dal SART (Search And Rescue Team), squadra di ricerca e soccorso appunto.
Il SART rappresenta un’evoluzione della figura del volontario, funzionalmente si pone a cavallo di quei settori tradizionalmente garantiti anche dai Vigili del fuoco o dai volontari del CNSAS con una prerogativa di impiego misto grazie alla formazione a 360° che ogni operatore è tenuto a seguire. Molti di questi uomini sono Istruttori di discipline dei settori in cui operano (sci, subacquea, arrampicata, nuoto, ecc.) provenendo in un discreto numero di casi anche da ambiti lavorativi professionalmente legati al sistema istituzionale di protezione civile.
Sostanzialmente i campi di impiego della figura SART sono quelli del soccorso alpino, fluviale, speleo e marino.
La formazione rappresenta pertanto il principale punto di forza ulteriormente irrobustito da un costante programma di esercitazione che mensilmente prevede diversi scenari di simulazione. Attualmente gli ambiti di impiego dei volontari del soccorso sono rappresentati da tutti quelli considerati campi non classici di intervento essendo tutti classificabili come ambienti ostili, per cui dai terreni accidentati fino alta montagna o negli ambienti acquatici (fluviali, marini e in cavità) queste figure si muovono senza difficoltà e in piena professionalità.
L’ambito di esercizio dei volontari del SART li ha sempre visti impiegati in situazioni di ricerca di persone disperse o in recupero di incidentati. Il grado di efficienza della squadra di ricerca e soccorso è aumentato dalla disponibilità di strumentazione operativa idonea di gruppo e di carattere individuale. Pertanto, per la movimentazione su terreni innevati in montagna, mezzi come motoslitte e gatti delle nevi possono essere mobilitati per velocizzare lo spostamento di uomini ed eventuali attrezzature. In mare gommoni da soccorso e moto d’acqua rappresentano in modo equivalente, veloci strumenti d’intervento. Ogni unità di intervento rappresentata da 7 uomini ha in dotazione oltre che equipaggiamenti individuali molto variegati anche attrezzi operativi di gruppo come barelle, corde e ed accessori vari a seconda delle situazioni in cui la squadra si troverà ad operare. Ogni squadra possiede all’interno personale sanitario (medico o infermiere) a garanzia dello stato di salute delle persone da recuperare.
I nuclei operativi hanno la possibilità di intervenire anche con il sostegno di elicotteri. Grazie ad una collaborazione molto stretta con il Corpo Forestale dello Stato, fino a qualche anno fa, ed oggi in particolare con il nucleo elicotteristi dislocato presso l’avio-superficie Sandro Pertini di Viggiano, è stato avviato un programma di formazione e di esercitazioni congiunte che mensilmente verificano la capacità operativa nelle più diverse situazioni. Grazie a questa utile sinergia attentamente seguita in quanto voluta dall’Ufficio regionale della protezione civile sono state già eseguite diverse manovre congiunte finalizzate a mettere a punto protocolli operativi che ottimizzino l’efficienza di uomini e mezzi.
Allo stato attuale sono stati provati tutti gli scenari di intervento, in diverse esercitazioni che hanno visto impegnati i volontari del SART in simulazione di soccorso acquatico (fluviale, lacustre e marino), in condizione di soccorso alpino e speleologico, in molti di questi casi, con l’ausilio di elicottero e attrezzature nautiche. Particolarmente interessanti sono le condizioni operative miste con il recupero di squadre alpine su falesie marine direttamente in mare con l’assistenza di una squadra marina.
Gli scenari complessi sono quelli che vengono maggiormente considerati nei programmi di formazione/esercitazioni del SART in quanto l’articolazione ambientale del territorio lucano non è tale da avere punte di eccezionalità come nel caso delle grandi montagne alpine, ma allo stesso tempo una combinazione delle situazioni può risultare altrettanto complessa rendendo impegnativa una eventuale operazione di ricerca e recupero.
Il SART nella sua costituzione rappresenta una struttura operativa del Gruppo Lucano di protezione civile che sta avendo un notevole successo in quanto laica ed aperta a molti operatori provenienti dal sistema istituzionale. Questi trovano particolarmente utile poter aumentare il grado di formazione, garantita dal rapporto con l’Istituto di Medicina del Soccorso dell’università Cattolica di Roma, potendosi esercitare con un numero sufficienti di colleghi volontari che rappresentano ormai una notevole forza diffusa a tutela di uomini e del territorio.
Esercitazione di qualche giorno fa a Viggiano: