“Il presidio ospedaliero di Villa d’Agri, come i presidi di Melfi e Lagonegro, divenuti strutture satellite dell’azienda ospedaliera regionale del San Carlo di Potenza con la legge regionale 2/2017, scontano da tempo uno stato di totale abbandono, in cui gli operatori sanitari sono costretti a prestare cure e prestazioni in condizioni di assoluta precarietà ed emergenza. È quanto emerso da un incontro tra la Fp Cgil di Potenza e l’azienda ospedaliera San Carlo nella struttura sanitaria di Villa d’Agri durante il quale sono state sottoposte all’attenzione della direzione strategica una serie di criticità, già sottoposte nei mesi addietro alla nuova dirigenza del San Carlo. Il presidio di Villa D’Agri sconta gravissime carenze di personale, a più riprese segnalate dalla Fp Cgil, che rendono ormai difficoltoso assicurare ai cittadini utenti finanche i livelli minimi di assistenza e cura. Numerose le questioni che attendono risposte immediate e concrete, per mettere in sicurezza la salute dei pazienti e il lavoro e la professionalità degli operatori sanitari. Partiamo dalla situazione in radiologia.
Il 28 dicembre 2018 viene installata una nuova risonanza magnetica, un macchinario all’avanguardia di ultimissima generazione e altamente performante, già annunciato in un accordo sottoscritto in regione con i sindacati il 10 dicembre del 2014 insieme ad una serie di altre misure atte proprio al contenimento delle liste d’attesa. La nuova risonanza, che si aggiunge alla Tac e al mammografo digitale già presenti a Villa d’Agri, avrebbe dovuto far assurgere l’ospedale a una delle strutture di punta del sistema sanitario regionale nel campo della diagnostica per immagini. Dopo l’inaugurazione in pompa magna, il servizio non decolla e a oggi continua a lavorare a singhiozzo, mancando di medici e tecnici per il suo funzionamento a pieno regime: attualmente è operativa 3 giorni a settimana con soli 3 pazienti al giorno e una lista d’attesa che arriva al prossimo mese di novembre. Dal 1 settembre 2017 i tecnici di radiologia in servizio sono rimasti 7, di cui 2 con limitazioni e pertanto esclusi dai turni notturni, che per chi li effettua arrivano anche ad essere 7 ed oltre nell’arco del mese; la carenza di personale rende pressoché impossibile anche l’utilizzo dei giorni di ferie e costringe gli operatori ad essere sempre in servizio. Con l’inizio del periodo delle ferie estive si sarà costretti a chiudere per gli esterni tutte le diagnostiche, nonostante vi siano già una serie di prestazioni prenotate, mentre da tempo non vengono effettuati esami con mezzo di contrasto in risonanza magnetica, tac colonscopie virtuali e tac cardiache.
Tutto ciò avviene nonostante vi sarebbe la possibilità di spostare, attraverso mobilità tra i presidi del San Carlo, del personale, superando, attraverso il libero assenso degli operatori, anche il problema della distanza chilometrica tra i presidi. Il pieno funzionamento a regime della risonanza e della diagnostica nel suo complesso porterebbe a un primo decongestionamento delle liste di attesa in un settore importante e priorità nell’attività di diagnosi di varie patologie. Non si può dimenticare che il delicato e centrale tema delle liste d’attesa e del loro abbattimento è uno degli obiettivi prioritari del sistema sanitario nazionale e l’erogazione dei servizi entro tempi appropriati rispetto alla patologia e alle necessità di cura rappresenta una componente strutturale degli stessi Livelli essenziali di assistenza. Abbiamo chiesto come Fp Cgil che venga fatta una distinzione tra le agende di prenotazione per i ricoverati e quelle per gli accessi esterni, anche al fine di razionalizzare i ricoveri e non contravvenire alle linee guida nazionali che prevedono degenze il più brevi possibili, sia per i costi, sia per i pazienti che per gli stessi operatori sanitari. Inoltre, attraverso accordi interaziendali, abbiamo chiesto che vengano distinte le prestazioni ambulatoriali tout court, di appannaggio prioritariamente dell’azienda sanitaria, con quelle per la gestione degli acuti, che devono essere gestite dall’Asp. Al pronto soccorso l’assistenza minima viene ancora garantita grazie ad una convenzione, ormai in scadenza, con il 118. In chirurgia l’assenza di medici, infermieri ed oss rende precaria l’assistenza, mentre la carenza di anestesisti ha portato, già nel mese di maggio, ad una riduzione delle sedute operatorie, che potrebbero subire un totale blocco dal prossimo mese di giugno, creando non solo problemi per i pazienti, ma gravi difficoltà alla stessa chirurgia del San Carlo, che dovrà supplire al blocco degli interventi presso la struttura di Villa D’Agri.
Non bisogna dimenticare che presso il presidio di Villa D’Agri c’è l’eccellenza della chirurgia bariatrica, che richiama pazienti anche da fuori regione, che andrebbe potenziata e incentivata. A gravare sul San Carlo attualmente, invece, sono già i pazienti ortopedici, in quanto proprio a causa della carenza di personale medico e infermieristico, la presenza del medico è assicurata, solo di mattina; nel pomeriggio, durante la notte e nei festivi i pazienti vengono trasferiti a Potenza. Pesante la situazione anche in pediatria, dove da oltre un mese il servizio è prestato solamente da 2 pediatre che, nonostante siano sottoposte a turni massacranti, assicurano, tra stress e innumerevoli difficoltà, comunque l’assistenza ai piccoli pazienti. La ginecologia, già da tempo depotenziata, potrebbe veder soppresse dal prossimo mese di giugno anche le attività ancora in essere, a causa della carenza di ostetriche. Quando fu soppresso il servizio di ostetricia era stato assicurato un potenziamento della ginecologia, che nei fatti non è mai stato attuato. Nel laboratorio analisi, a causa dell’assenza di personale, le attività sono sempre più difficoltose e garantite con turni che gli stessi operatori potranno reggere ancora per poco tempo, essendo al limite della sopportabilità fisica e dell’ammissibilità contrattuale. mentre le attività del centro trasfusionale non potranno a breve più essere tutte garantite a causa dell’imminente pensionamento di un’infermiera. Paradossale la gestione del reparto di geriatria, nel quale è presente solo il responsabile, con medici, infermieri e oss che a scavalco da altri reparti come la medicina generale e la pneumologia, già peraltro insufficienti per gestire i loro reparti, devono sobbarcarsi anche i pazienti geriatrici. Una situazione ormai esplosiva, insostenibile, che necessita di immediati interventi atti a mettere in sicurezza i pazienti e gli stessi operatori sanitari, sottoposti a turni estenuanti e stress, col rischio dietro l’angolo di errori e infortuni. Per di più, il blocco delle attività presso il presidio di Villa D’Agri porterebbe a un aggravamento delle attività del San Carlo, che non vive dal canto suo una situazione tranquilla, con numerose carenze di personale. La Fp-Cgil ha inoltre chiesto la riattivazione dell’Utic: considerato che esistono locali e apparecchiature, destinare del personale per il trattamento immediato di infarti e la stabilizzazione dei pazienti, aiuterebbe ad un decongestionamento del San Carlo oltre che ad una migliore gestione delle urgenze. A tutto quanto sovraesposto, si aggiunge una vera e propria disorganizzazione che acuisce il senso di abbandono, con il non invio di presidi sanitari e di materiale consumabile da parte della sede centrale del San Carlo verso i presidi territoriali. Per non parlare della vetustà del mobilio e di alcune apparecchiature. Servono pertanto, in conclusione, una serie di azioni indispensabili e improcrastinabili da parte della direzione strategica del San Carlo, al fine di dare risposte ai lavoratori e ai bisogni di salute della comunità della Val D’Agri.