di Michele Montone
Non invidio gli Assessori regionali che si sono succeduti nel corso degli anni alla delega ambientale. Nonostante l’esiguo numero di abitanti in Basilicata i temi ambientali da affrontare sono tanti e non tutti sono frutto della scarsa pianificazione e progettualità che nel corso degli anni ha contraddistinto le politiche regionali, purtroppo alcune di esse sono anche figlie di accordi internazionali come per le barre di uranio torio (72 kg di uranio e 1600 kg di torio) un combustibile sperimentato in Basilicata a seguito di un accordo tra USA e Italia.
Poi ci sono le discariche dei rifiuti tutte commissariate dove il business dei finti ambientalisti e di coloro i quali fanno finta di pensare che solo la differenziata possa risolvere il problema del ciclo dei rifiuti, produce una multa assai salata da corrispondersi annualmente alla comunità europea. Dunque alla Trisaia Itrec dobbiamo aggiungere due siti nazionali altamente inquinati che sono Tecnoparco e Tito.
Poi c’è il Cova di Viggiano, l’Inceneritore di Melfi e varie ed eventuali altre scaramucce ambientali sparse in tutta la regione. Non invidio l’Assessore Rosa, ha una gatta da pelare non di facile soluzione in quanto come abbiamo visto si va da accordi bilaterali con gli USA a direttive UE ecc ecc. Ma come già ho avuto modo di scrivere in passato tutto quanto ci circonda, compreso il nostro vivere quotidiano, reggerà fin quando non metteremo in discussione l’equilibrio ambientale. La parola d’ordine è equilibrio.
Mi sono sforzato di far capire che un esiguo fazzoletto di terra come la Val d’Agri, dove sono concentrate aziende agricole o la diga del Pertusillo, con 110 milioni di metri cubi di acqua, montagne e boschi, le attività industriali per le ragioni di cui sopra non possono sbilanciarsi nel verso della sola estrazione petrolifera e del contestuale Centro Olio. Sono contrario a nuove perforazioni sia in Val d’Agri che nel resto della Regione. Sono favorevole invece ad un ridimensionamento dell’Aia con una contestuale diminuzione da 104mila a 50 mila barili giorno dell’impianto Cova di Viggiano, come sono favorevole all’impianto di trattamento delle acque ridimensionato per un Centro Olio da 50 mila barili e non 104mila.
D’altronde utilizzare acqua uso potabile nell’impianto Cova, sottraendola agli usi civici non mi sembra oggi una giusta soluzione. Come non mi pare sia oscuro da problemi far circolare in giro per l’italia cisterne cariche di acque non trattate, cariche di metalli pesanti e radioattive. Se davvero si vuole ragionare in maniera equilibrata con un occhio alla gestione dell’ambiente e un’altra alla gestione del lavoro e alle maestranze occupate nell’impianto Cova, credo a mio avviso senza presunzione di avere ragione che la parola d’ordine sia equilibrio.