Nella versione temporale più anomala che la memoria mi riporta alla mente si sono svolte, quest’anno, le elezioni per il rinnovo di alcuni consigli regionali e di molti Comuni Italiani contemporaneamente al Referendum per la riduzione dei parlamentari.
Nei Comuni, ma più nei paesi, ed ancor di più nei nostri paesi, la compagine per presentarsi al giudizio del popolo prende forma, solitamente, dopo Natale per poi consolidarsi verso Pasqua e palesarsi subito dopo Pasquetta ma con la certezza degli uomini in squadra solo la mattina della presentazione delle liste. In autunno, l’ultimo prima della scadenza della legislatura, si vedono crocchi, ammiccamenti, sorrisi, battute scherzose, pacche sulla spalla e poi, nella versione più cruda, picchi di interesse verso l’attività dell’amministrazione uscente, da un lato e frenetiche attività di maquillage infrastrutturale urbano dall’altro lato. Così in un crescendo alla Morricone si appalesano le squadre che si fronteggeranno nella “battaglia” elettorale per convincere il popolo della bontà dei propri programmi e delle proprie capacità governative.
Quest’anno dicevo, tutto si è svolto in un contesto nuovo, in uno scenario estivo; quello a cui la gente solitamente presta attenzione ai santi, alle sagre, ai fuochi pirotecnici o alle grigliate fuori porta. L’estate scorsa all’ombra delle tabelle dei gelati, davanti ai Bar, gli argomenti non riguardavano la comparazione tra l’efficienza del Nord e l’atavica lentezza del Sud ma l’elezione del nuovo Sindaco o la conferma di quello uscente. Da ciò capiamo bene che non è stato facile; né costruire le squadre da sottoporre al giudizio del popolo né reggere il ritmo per convincere i componenti di una squadra a mettersi in gioco. Ciononostante ce l’abbiamo fatta, le elezioni si sono svolte e, per stare al collegio o al comprensorio che ci interessa, nei Comuni più popolosi si è cambiata aria. Sant’Arcangelo, Moliterno e Corleto Perticara licenziano i loro Sindaci ed eleggono una nuova squadra di governo.
Il Comune, però, dove lo spettro dell’influenza territoriale è più ampio e che attira l’occhio degli osservatori esterni, così come il mondo osserva ciò che succede negli Stati Uniti d’America, è Corleto Perticara. Comune dove è sito uno dei centri petrolchimici più importanti d’Italia. Tempa Rossa, nome dell’area della concessione mineraria a monte del Sauro, è il nome più cliccato sul Web e più declamato nei talk show televisivi, dai risvolti giudiziari, sindacali, ambientali e socio-antropologici al punto che le dinamiche hanno inciso e, credo, incidono sulla tenuta delle coalizioni politiche; le dimissioni del Ministro Federica Guidi, gli attuali proclami populisti da Pontida a Via Verrastro (sede del Governatore Regionale di Basilicata – ndr), hanno preso spunti e slanci dalle attività che svettano sulla collina che domina il Sauro, il fiume che dà il nome alla valle che compete con la valle dell’agri sul tema riguardante Barili, Royalties, impatto ambientale ed occupazionale.
Corleto, dunque, secondo il mio parere ha il compito di reggere la sua posizione di capoluogo dell’alta valle del Sauro con tutto ciò che da tale ruolo ne deriva, in termini di peso e capacità di guida che la posizione gli attribuisce. E’ gravoso il compito, è importante ed anche delicato ma tant’è. Il Dr. Mario siede sulla poltrona di Primo cittadino del Comune di Corleto a valle di una campagna elettorale che a tratti è stata aspra ed a tratti noiosa. Prodromo di un cambio di governance non proprio assomigliante al passaggio di testimone. La voglia di cambiare registro e metodi, per raggiungere gli obiettivi si toccava con mano. Ordunque, alea iacta est, occorre rimboccarsi le maniche perché le dinamiche paesane per la guida del massimo organo di governo non rallentano le evoluzioni industriali che riguardano l’intera area e, oso dire, l’intera Regione. Occorre che il Dr. Mario Montano, con la sua squadra, incominci subito a rivedere, ove vanno rivisti, ed a programmare, ove va programmato, il futuro di Corleto Perticara per proiettarlo verso quel ruolo che la storia gli ha attribuito. Le fiammate, le esalazioni moleste dei mesi scorsi, il peso e l’impatto visivo ed acustico cui il centro olio sottopone il territorio vanno osservati senza soluzione di continuità così come tanti cittadini di buona volontà segnalavano. Occorre capire se certi fenomeni olfattivi e visivi siano entro le soglie che per convenzione sono nei limiti e spaventano popolazioni non abituate a fenomeni che appartengono alle regioni progredite di cui alle discussioni all’ombra delle tabelle dei gelati, e delle quali dicevo sopra.
Corleto Perticara deve essere quel centro capoluogo che è stato sin dal 16 agosto 1860. La nuova squadra che affianca il Dr. Mario Montano ha caratteristiche psicoattitudinali tali da poter sviluppare programmi e politiche di sviluppo sostenuto dalla ricchezza economica derivante dall’industria petrolifera. Ed allora bisogna trasformare i proclami elettorali in progetti concreti. Non basta, come ho avuto occasione di dire in contesti più generali, desiderare una squadra di calcio locale ma creare le condizioni perché nasca un’associazione sportiva che sfoci nell’iscrizione ad un campionato di calcio ufficiale. Non basta desiderare più cultura per il paese ma fare in modo che ciò accada. Occorrono strategie di economia politica vere e concrete, azioni che stimolino le azioni. Azioni di governo che indirizzino le scelte dei cittadini fin tanto che il risultato sia quello che oggi una squadra dichiaratasi visionaria ed appassionata vede all’orizzonte.
Il Know-how, il nuovo Sindaco Corletano, c’è l’ha, mi sovviene alla mente il Commercialista Stefano, il bel Rodolfo che ha nelle vene sangue d’imprenditore della miglior specie o Valeria Giorgio, che con il cipiglio Rock ha tenuto alta l’attenzione sulle tematiche ambientali, o la piccola e fantasiosa Francesca Lombardi che con la storia del Colibrì ha, in buona sostanza, evocato l’unione di tutta la cittadinanza; non nomino altri per mancanza di spazio. Ma l’appello di Francesca Lombardi resta, a mio parere, il punto centripeto di tutta la vicenda perché credo che, spente le luci della campagna elettorale, annullate le polemiche per i dardi malefici funzionali a screditare gli avversari uni degli altri, l’obiettivo sia il progresso di Corleto e la Valle del Sauro. Per questo mi sento di chiudere questa mia osservazione dicendo che: Mai come in questo momento serve l’unione e – parafrasando un tormentone estivo – non importa se non è il Texas ma se restate uniti sembrerà un paradiso anche Corleto Perticara.
Gianfranco Massaro – Agos