Padre di Marsico Nuovo e madre di Sasso di Castalda. La lucana Mariele Ventre protagonista questa sera in un film-tv RAI: “I ragazzi dello Zecchino d’Oro”.
La fondatrice del Piccolo Coro dell’Antoniano, creato 56 anni fa, era nata a Bologna il 16 luglio 1939, di Sasso era mamma Maria e nella sua casa trascorrevano parte delle vacanze. «Nostro padre Livio – ricorda la sorella maggiore di Mariele, Maria Antonietta Ventre, notaio a Bologna – divideva con precisione matematica i suoi 30 giorni di ferie estive tra Marsico Nuovo, il suo paese, e Sasso dove viveva la nostra nonna materna.
Stasera 3 novembre, dalle 21.25, la serata di Rai 1 sarà dedicata alla storia del noto festival canoro per i più piccoli. Nel film tv verrà narrata l’Italia degli anni ’60 attraverso la storia di tre bambini. Mariele Ventre, icona della manifestazione canora, è interpretata da Matilda De Angelis. La maestra di musica riesce a creare un legame speciale con i suoi piccoli allievi che, terminato lo spettacolo, hanno molta difficoltà a separarsi da lei. Mariele, dispiaciuta dalle continue separazioni dai suoi bambini, decide di fondare una scuola di musica e di vita: il Piccolo Coro dell’Antoniano, un progetto destinato a durare e che ha segnato la storia del costume in Italia.
Omaggi a Mariele Ventre sono sparsi in tutt’Italia, a Marsico Nuovo c’è una sua statua bronzea, a Sasso il teatro ha il suo nome e palazzo Ventre-Rotundo è stato donato dalla famiglia al Comune con la clausola di farne un Centro di educazione musicale per i bambini. La Regione ha finanziato il progetto, sottolinea l’ex sindaco di Sasso Rocco Perrone (che nel 2015 scoprì una targa dedicata a Mariele), ma procede a rilento. Se ne rattrista anche Maria Antonietta, presidente della Fondazione Mariele Ventre, che ha raccolto le tante lettere di Mariele ai suoi fans sparsi per il mondo: «L’ente morale promuove la lotta alla dispersione scolastica mediante l’educazione al canto. Perché 44 gatti – specifica il notaio – non è soltanto una canzoncina, ma dice ai bambini come bisogna comportarsi, fermandosi ad aiutare quel “resto di due” rimasto indietro».
A San Lazzaro nel bolognese gli viene dedicato un murales.
I ragazzi dello Zecchino d’Oro: trama
Anni ’60, Bologna. Mimmo, 9 anni, è quello che oggi si direbbe un bambino difficile. Figlio di immigrati dalla Sicilia, alla scuola e allo studio preferisce la vita di strada con il fratello maggiore, Sebastiano. Mimmo però ama cantare e ha un orecchio musicale straordinario, così un giorno la madre, Ernestina, disperata, lo porta a un provino per un concorso canoro. Un consiglio del suo insegnante: forse la musica potrà salvarlo. Quello che ancora nessuno sa è che quel provino è l’inizio di uno spettacolo destinato a entrare nella storia della televisione italiana: lo Zecchino d’Oro. È la storia tenera e coinvolgente di un festival canoro per bambini che dopo sessant’anni è ancora vivo, amato e seguito dai più piccoli e dalle loro famiglie.
FONTE GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO