Sono sette le persone indagate dalla Procura della Repubblica di Potenza nell’ambito di un’inchiesta sul fallimento della società “Step One”, che fa parte del gruppo internazionale “Polypore”, azienda leader a livello mondiale nel settore della componentistica per auto, parte della multinazionale Daramic, già operativa nell’area industriale di Tito.
L’inchiesta, denominata “Freezing”, ruota intorno a una bancarotta fraudolenta che avrebbe cagionato, secondo la Procura potentina, un danno economico «di rilevante entità», perché «parte dei profitti sono stati conseguiti da tre società straniere appartenenti a un medesimo gruppo multinazionale», due con sede in Francia e una in Olanda.
Il gip di Potenza ha emesso un ordine di congelamento di denaro (freezing order), eseguito tramite il canale Eurojust in Italia, Francia e Olanda, per circa venti milioni di euro.
Secondo l’accusa, sarebbe stato depauperato il patrimonio della “Step One”, fino a determinarne il fallimento, con la sottrazione «fraudolenta» di denaro dalle casse sociali. Il denaro sarebbe stato «movimentato a favore di altre imprese facenti parte del medesimo gruppo».
L’azienda fallita aveva uno stabilimento nell’area industriale di Tito, sottoposto a sequestro nei mesi scorsi nell’ambito di un’altra indagine, tutt’ora in corso, coordinata dalla Procura di Potenza. Nell’area dell’azienda erano stati riscontrati «eccezionali indici di inquinamento delle matrici terra e acqua».