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“Strategie” lucane in sanità con l’aiuto… dell’Inps

Horribile dictu” direbbero i latini

A mio parere la Sanità attuale è frutto di una programmazione fatta negli anni ad personam più che per il benessere della collettività e di una mancata incentivazione nei confronti dei giovani Medici vittime di un’assenza totale di meritocrazia. Questi ultimi, in una terra stupenda e dalle mille potenzialità, ma poco appetibile per le enormi carenze nel sociale, nei collegamenti stradali, ferroviari ed aerei, nella gestione del territorio e nelle quasi nulla lungimiranza in tutti questi anni da parte degli organismi preposti, si sono ben presto resi conto che c’era erba da pascolo per pochi e sono ben presto rientrati ai patri lidi. A questo quadro si è aggiunta l’incapacità a creare una “scuola” e dei “gruppi di successo”, per la mancanza di capacità e volontà aggreganti da parte di Responsabili dei vari settori.

Ma ora c’è stata l’idea brillante: “facciamoci aiutare dall’INPS e richiamiamo al fronte i “riservisti”. Nulla intendo togliere a questi bravi Colleghi anche se, casomai, hanno sempre mostrato malcontento verso la Dirigenza dell’Ente e che ora, chissà perché, non riescono proprio a staccarsi da quella che hanno sempre definito una madre cattiva e asfissiante, una opprimente e vischiosa palude burocratica, una tenace ragnatela, una trappola per topi senza denti. A me tutto questo sembra proprio un’assurdità, un maldestro stratagemma, un mediocre colpo di scena.

Non possono essere integrati a pieno nelle attività di Reparto. Ma, allora, oltre che a sé stessi, di quale utilità possono essere all’Ente che li ospita? Non me ne vogliano, ma sono solo fumo negli occhi per i non addetti ai lavori e non fanno altro che contribuire ad incancrenire una situazione che dura da anni.

Poi c’è il problema dei Consulenti esterni. Vergognoso che in un Ospedale di riferimento regionale quale il S. Carlo, bravi Colleghi interni che da anni esercitano la professione, abbiano ancora bisogno dell’Angelo che “custodisce, illumina, regge e governa” come recita la preghiera. Son passati i tempi in cui qualcuno dichiarò di andar via se fosse ancora venuto ad operare da fuori Tizio e Caio! Ma forse il problema è altro?

Non parliamo poi della gestione del trasferimento di casi urgenti dagli Ospedali periferici verso la “Chiesa Madre”, sempre ma non solo per mancanza di personale. Da Lagonegro parte un’ambulanza per Villa d’Agri, “carica” Paziente ed Infermiere (tolto di colpo dal servizio in Reparto), lascia il Paziente al S. Carlo, riporta l’Infermiere nell’Ospedale di appartenenza e rientra a Lagonegro. Più di 200 Km. di “viaggio della speranza” creando difficoltà enormi per il Paziente e i suoi Familiari, dispendio di soldi, di energie e pericoloso disservizio. Non so proprio quale mente diabolica abbia potuto creare questo capolavoro!

Poi c’è l’annoso problema delle liste d’attesa. Senz’altro è una conseguenza della carenza di Personale su tutto il territorio nazionale, ma non solo. Un più oculato controllo sui turni di Reparto, sull’accavallamento di ferie, sull’attività intramoenia, sulle concessioni dell’extramoenia anche in presenza di settori ospedalieri dedicati, un rispettato rapporto tra attività ambulatoriale ospedaliera e quella “privata”, contribuirebbero senz’altro a sfoltire il numero nelle liste stesse.

Questa non è sanità, è un far finta di assistere la gente.

Per fortuna mi sembra che a livello territoriale ora si stia cercando di dare un assetto a ciò che, a prescindere dalle nomine, non è stato mai organizzato.

Diceva il grande Totò: “ma siamo uomini o caporali?”. Io, che ho dato il mio modesto contributo alla Sanità lucana per quasi 43 anni, posso dire che di caporali ne ho visti e continuo a vederne tanti, ma di uomini molto pochi.”

Dott. Domenico Loffredo