Venerdì 24 settembre prende il via anche in Basilicata la 29esima edizione di Puliamo il Mondo. Sostenibilità, impegno civile, inclusione sociale, al centro della tre giorni di volontariato ambientale organizzata dalla Legambiente,
Decine di appuntamenti in tutta la Regione per ripulire dai rifiuti abbandonati strade, piazze, centri urbani, ma anche spiagge e sponde dei fiumi. Un impegno collettivo reso possibile grazie al sostegno di tantissimi cittadini, desiderosi di partecipare alle attività di pulizia e sensibilizzare le persone sul tema dei rifiuti abbandonati. Un problema sempre attuale che va affrontato continuando a promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione e iniziative di cittadinanza attiva come fa da 29 anni Puliamo il mondo. Un modo semplice ma efficace per aiutare l’ambiente, per combattere la maleducazione e il degrado e contribuire ad un futuro più sostenibile e solidale. Ma anche un’occasione per ribadire l’urgenza di accelerare il passo nelle politiche di gestione dei rifiuti in Basilicata che scontano ormai ritardi non più tollerabili.
Certo, la Regione Basilicata, giusto ieri, comunica di aver avviato le procedure per l’aggiornamento del Piano regionale per la gestione dei rifiuti (Piano peraltro approvato nel 2016 e quasi del tutto inattuato) allo scopo di adeguarlo alle direttive comunitarie recentemente recepite dall’ordinamento nazionale in tema di economia circolare. Giusto ed opportuno, se non fosse che tali necessarie revisioni, a parte i tempi indefiniti di approvazione, rischiano di essere del tutto inutili se non supportate dai necessari strumenti per trainare la rivoluzione circolare. Infatti, per raggiungere i target fissati dall’Europa sulla gestione dei rifiuti nell’ottica dell’economia circolare, occorre impostare e adeguare la rete impiantistica a supporto di queste operazioni, in assenza della quale continueremo ad assistere alla mancata chiusura del ciclo, al ricorso alle discariche e ad un trasferimento dei rifiuti raccolti verso altre regioni o all’estero.
La Basilicata ha la necessità di puntare con decisione ad una riduzione drastica dell’utilizzo dei vecchi sistemi di smaltimento, puntando su un’adeguata rete impiantistica a servizio del recupero di materia. Per archiviare la stagione delle discariche e degli inceneritori serve completare il sistema impiantistico per il riciclo e il riuso dei rifiuti, urbani e speciali, rendendo autosufficiente la Regione. Le questioni vere sulle quali non è più ammissibile restare immobili sono, da anni, sempre le stesse. Proviamo ad elencarle nuovamente:
- Impiantistica di digestione anaerobica e compostaggio. Siamo l’unica regione d’Italia insieme alla Valle d’Aosta a non avere in esercizio alcun impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti che rappresenta il 40% del quantitativo ottenibile con la raccolta differenziata. A che punto sono e quali sono i tempi di completamento dei 4 impianti previsti per il trattamento della frazione organica?
- Discariche e inceneritori. In Basilicata oggi circa il 25% dei rifiuti continua a finire in discarica (e un altro 25% viene destinato all’ incenerimento). Dei rifiuti che finiscono in discarica oltre il 35% è smaltito senza trattamento preliminare che contribuisce alla riduzione del peso e del volume dei rifiuti avviati a smaltimento. Questo succede mentre il costo del conferimento è sempre più alto con cifre che si avvicinano o superano i 200 € a tonnellata. Tuttavia tali costi (e questo rappresenta un’eccezione o quasi nel panorama nazionale) non fanno decollare la raccolta differenziata che infatti è bel al di sotto della media nazionale. Senza nuovi impianti per il recupero di materia il sistema sarà sempre prevalentemente finalizzato alla gestione del “tal quale” e non si potrà rinunciare né alle discariche né agli inceneritori.
- Ecotassa. Disincentivare la convenienza economica dello smaltimento in discarica favorendo invece l’implementazione della raccolta differenziata ed il recupero dei materiali. Lo si può fare come chiediamo da anni rimodulando l’attuale ecotassa aumentandola progressivamente sino al raggiungimento dei livelli previsti dalla normativa statale.
- Tariffazione puntuale. Il passaggio dalla tassa alla tariffa commisurata sulla base della quantità e della qualità dei rifiuti conferiti permette di incentivare la raccolta differenziata presso i cittadini, ma in Basilicata siamo sempre al palo.
- Piano d’Ambito per la gestione rifiuti. Nel settore rifiuti ad Egrib (Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata) sono affidate dalla legge regionale n. 35 del 2018, precise funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata che per la gran parte potrebbero essere esercitate a seguito di emanazione di indirizzi e definizione di criteri specifici da parte della Regione, in particolare nella elaborazione del Piano d’Ambito, strumento fondamentale per l’attività di gestione ed indirizzo del sistema. Ma misteriosamente tutto tace e il piano d’Ambito non c’è ancora.