Ci sono diversi modelli di transistor, argomento decisamente interessante per chi lavora nell’elettronica. Si tratta di dispositivi elettronici fondamentali per l’elettronica moderna e che hanno segnato un deciso cambio di passo dall’elettronica composta da valvole a vuoto all’elettronica solida. Più fidata e con consumi energetici minori. Sono modelli usati in buona parte dei microcircuiti, nonostante sia possibile utilizzarli anche in tante altre applicazioni. La sigla Transistor Mosfet significa Transistor Metallo-Ossido-Semiconduttore a Effetto di Campo.
Cosa sono i mosfet di potenza
I mosfet di potenza sono dei dispositivi semiconduttori che hanno il compito di gestire il passaggio della corrente elettrica dentro un circuito. I transistor sono stati inventati nel 1951, sebbene in Europa ci fossero già degli studi in materia anche prima di questa data. In quei tempi si cercava di sostituire un dispositivo all’interno dei pc basati su valvole a vuoto. Sul sito è possibile scegliere transistor diversi, dipende dall’uso che se ne vuole fare. Si differenziano per caratteristiche e numero di pezzi per confezione.
All’epoca, le valvole a vuoto venivano sostituite spesso al fine di azionare le macchine. Avevano una forma simile alle lampadine. Ciò comportava un estremo riscaldamento e di conseguenza un grande spreco di energia per via della loro inefficacia. Il transistor è formato da 3 contatti detti gate source e drain che si ricollegano a 3 parti semiconduttrici differenziate.
Come funziona un transistor?
Un transistor può funzionare in 3 modi:
- Regione di cut-off: può entrare in funzione per passare dei segnali elettrici. Vedi il classico interruttore. E’ una condizione in cui il dispositivo è attraversato da una mole di corrente pari a zero.
- Regione di saturazione: in questo caso i dispositivi saranno posizionati da drain a source senza tener conto dell’aumento della corrente mediante il drain a source. In questo caso il meccanismo agisce come un interruttore spento in cui passa un livello saturo di corrente.
- Regione lineare: questa è l’area che riguarda i dispositivi MOSFET che eseguono la funzione dell’amplificatore.
Per avere la certezza di disporre di strumenti efficaci e funzionali è bene rivolgersi a realtà di riferimento nella vendita di dispositivi di qualità come, ad esempio, RS Components, e-commerce dove trovare un’ampia selezione di mosfet di potenza dei migliori marchi presenti sul mercato.
I vantaggi del transistor e dove si può applicare
I mosfet di potenza sortiscono una maggiore efficacia anche quando sono ai livelli minimi di tensione e utilizzano un livello basso di corrente. Il Mosfet si può applicare agli amplificatori usati in applicazioni di frequenza ampie, per i motori DC, per la costruzione di amplificatori chopper e come base passiva di molti componenti elettronici.
Quando si acquista un transistor si devono capire bene le caratteristiche. In genere sulle schede tecniche sono riportati i numeri di pin e il tipo di canale: N, se c’è un eccesso di elettroni; P significa esattamente il contrario e si attivano a basse tensioni. Altre questioni da considerare sono quanta tensione riescono a sopportare e la temperatura di lavoro oltre alle dimensioni del transistor e alla tipologia di montaggio. Infatti per montarli ci si può servire di viti o di un saldatore.
I transistor mosfet sono usati sia in campo digitale che in quello analogico. Per quanto riguardo il primo ambito, sono ben stimati poiché compongono il CMOS (Complementary Metal-Oxide Semiconductor) il quale, a sua volta, è imprescindibile per i circuiti integrati. Un aspetto per cui è particolarmente apprezzato è il fatto che si possa realizzare in piccole dimensioni, sicché da inserirlo in circuiti ridotti e di seguito in apparati micronizzati.