La Regione verso il ricorso al Tar del Lazio dopo i permessi del governo per nuove ricerche di idrocarburi nel mar Jonio. “Siamo assolutamente contrari e per questo faremo ricorso”. Così l’assessore regionale all’ambiente, Francesco Pietrantuono, secondo quanto riportato questa mattina dal quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”. All’annuncio di Pietrantuono si accompagna quello del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “Impugneremo le nuove autorizzazioni rilasciate dal Mise a cercare idrocarburi nel mar Jonio. Ci siamo sempre battuti in difesa del nostro mare e continueremo a farlo”, ha dichiarato Emiliano nell’apprendere del via libera alle trivelle dato dal ministero dello Sviluppo economico nel mar Jonio.
Dunque, si torna a parlare di trivellazioni a largo delle coste joniche lucane, pugliesi e calabresi, contro cui ci sono state notevoli mobilitazioni negli anni passati. Proprio quando sembrava che questa possibilità fosse definitivamente archiviata arriva la notizia che sull’ultimo bollettino ufficiale degli idrocarburi del ministero dello Sviluppo economico è pubblicata l’autorizzazione per tre diversi permessi di ricerca (F.R 43-44-45 GM) concessi alla società americana Global med con sede in Colorado, specializzata in ricerche off shore. Si tratta di autorizzazioni a cercare gas e petrolio su un’area di 2. 220 km quadrati. La società potrà usare la tecnica dell’air gun, vale a dire l’emissione di aria compressa in mare per verificare la presenza di idrocarburi nei fondali.
Pronta la reazione anche degli ambientalisti che considerano pericolosa per la fauna marina la tecnica dell’air gun, come ricordano il coordinamento nazione dei No triv e l’associazione Noscorie Trisaia. E i Verdi attaccano il governo: “E’ il regalo di Luigi di Maio alla Puglia e alla Basilicata”. L’associazione Mediterraneo No Triv indica i rischi che corre la costa jonica lucana. Queste ricerche condotte con air gun danneggerebbero la pesca, i cetacei che sono tornati di casa in questo tratto di jonio; avrebbero, inoltre, un forte impatto negativo sulle attività turistiche proprio nella zona che ha più presenze in regione.