Non c’è stato tempo di arrivare a Potenza in ospedale, il piccolo aveva fretta di nascere. Cosi, una giovane donna di 24 anni di Moliterno ha dato alla luce, ieri mattina presto mercoledì 8 gennaio 2020, il suo secondo genito di 3,990 kg senza alcuna complicazione, nonostante il luogo del parto: in macchina.
«Intorno alle 6.00 – come ci racconta il marito – mia moglie ha avuto dei forti dolori riconducibili all’inizio del travaglio, cosi sono salito in macchina per recarmi in ospedale al San Carlo. Era da diversi giorni che facevamo avanti e indietro da Potenza per effettuare il monitoraggio cardiotocografico (tracciato) perchè mia moglie era alla 41esima settimana di gestazione. Giunti a Brienza è iniziato il travaglio e ad un certo punto, sono stato costretto a fermare la mia macchina in prossimità dei semafori a Satriano perché la nascita era ormai imminente.»
«Erano le 7.15 quando ho allertato la centrale operativa del 118 – continua a raccontarci il marito – e alcune dottoresse ed infermieri mi hanno dato informazioni al cellulare per far nascere mio figlio. Il piccolo aveva veramente fretta, ed è nato sul sedile posteriore della mia auto trasformata per l’occasione in una sala parto d’emergenza. Ho legato il cordone ombelicale con un laccio, recuperato da una busta per i regali che avevo in macchina, e ho messo mio figlio, appena nato, sul cuore della mamma così come mi riferiva la dottoressa al telefono. All’arrivo dell’ambulanza i sanitari hanno subito prestato soccorso alla mamma e al neonato, tagliando il cordone ombelicale e dirigendoci subito verso l’ospedale San Carlo a Potenza.»
Questa nascita alimenterà certamente la discussione che da anni riguarda l’ospedale “San Pio da Pietrelcina” di Villa D’Agri: da una parte la mancanza del Centro nascite ormai già da troppo tempo, dall’altra la vasta popolazione dell’area che chiede un potenziamento del presidio ospedaliero.
«Fortunatamente – conclude il papà– anche questa volta è andata bene, sia mia moglie e mio figlio stanno in ottima forma, ma nel 2020 una mamma non può rischiare la propria vita con quella del nascituro per raggiungere un punto nascite che dista dalla Val d’Agri un’ora di strada e considerando che a soli 10 minuti dai nostri centri esiste già un ospedale in cui il punto nascite funzionava benissimo. Se questa storia fosse stata raccontata in negativo con chi dovevamo prendercela?»