A seguito della polemica che ho sollevato nelle scorse settimane, in occasione dell’evento “Porte Aperte” dell’Eni con visite guidate al Cova di Viggiano, nei giorni scorsi mi è stata data la possibilità di una visita – riconosco – molto accurata dell’intera struttura. Ho raccolto con grande soddisfazione l’invito che mi è stato fatto dai funzionari Eni ing. Walter Rizzi e ing. Piero Fier. E poiché – come San Tommaso – avevo messo in discussione la presenza di contatori-misuratori del greggio prodotto dai pozzi della Val d’Agri e lavorato nel Centro Olio – elemento non marginale ai fini delle royalties – sono stato ammesso a visionare i contatori elettronici installati. Per onestà intellettuale dò atto che gli stumenti ci sono nel Cova e tecnici Eni mi hanno spiegato il loro funzionamento come per i contatori del gas che ho anche visionato.
Ringrazio in proposito l’ing. Walter Rizzi e l’ing. Piero Fier dell’Eni che hanno consentito la visita all’impianto accompagnandomi e illustrandomi tutte le fasi di attività. Riconosco che il metodo della società petrolifera nell’approccio con i movimenti della società civile e la comunità locale sta notevolmente e positivamente cambiando, specie rispetto al passato, favorendo informazione e comunicazione che sono gli elementi fondamentali per superare l’atteggiamento ostile di buona parte dei valligiani verso il Cova e più in generale l’Eni. Intensificare la conoscenza di quanto accade per l’attività dell’impianto come in quella petrolifera è sicuramente lo strumento migliore per superare ogni forma di ostilità preconcetta.
Del resto noi, come testimoniano iniziative e articoli di stampa di tutti questi anni, a differenza di altri movimenti e comitati, non abbiamo mai sostenuto che il petrolio e il lavoro dell’Eni in Val d’Agri sono fattori totalmente negativi se non altro perché producono benefici diretti ed indiretti all’economia e all’occupazione del nostro comprensorio, ponendo sempre l’esigenza di individuare sistemi di convivenza con ambiente, salute e territorio. Il Csail continuerà a monitorare ogni cosa, conservando la propria autonomia di giudizio, ad esprimere le proprie valutazioni e a sollecitare risposte a tante domande che si fa quotidianamente la gente della Val d’Agri. In questa occasione però ci sembra corretto “dare a Cesare quel che è di Cesare” e quindi riferire all’opinione pubblica cosa abbiamo visto direttamente con i nostri occhi.